domenica 6 aprile 2014

Recensione: Il marchio di Aurora D'Elvas



Il marchio 
di 
Aurora D'Elvas





                    Trama:

Sara e Ginko non potrebbero essere più diversi: lei, figlia di ricchi borghesi, giovane, carina, educata, con un futuro assicurato, lui di professione tatuatore, musicista heavy metal, figlio di nessuno, indipendente e dal forte carattere. Niente li accomuna, niente li lega.
Eppure dal loro incontro fortuito nasce improvvisa e fortissima un’attrazione irresistibile, perché Sara è una slave, una sottomessa, e Ginko un master, il dominatore che prenderà subito in mano le redini della sua vita e darà loro il deciso strattone che Sara attende da sempre.
Per lui la brava bambina di papà rivolterà completamente la sua esistenza, seguendo i propri impulsi e la propria vera natura, legata a un guinzaglio invisibile, fatto d’amore e di erotismo travolgente, che la porteranno a esplorare territori sempre più lontani, sempre più pericolosi, fino a conoscere i propri limiti, quelli oltre i quali il suo guinzaglio non può tendersi. Perché un guinzaglio ha due estremità, e chi lo tiene in pugno non è meno prigioniero di chi ne viene guidato.
Ginko non è meno succube della sua slave di quanto lei lo sia di lui, in un rapporto di simbiosi nel quale ciascuno dei due ha bisogno dell’altro, per realizzare la propria natura segreta e reale.
E, quando questo guinzaglio finirà per spezzarsi, le conseguenze saranno imprevedibili, per entrambe le sue estremità.



Recensione:


Un viaggio alla scoperta di un mondo che in tante cercano di incanalare tra le pagine di un libro ma in poche riescono ad addentrarsi nei pensieri più reconditi che permettono di capire il rapporto master/slave.
Sulla scia di tanti falsi colossi del BDSM che devono il loro successo più alla storia d'amore, al passato ed ai drammi vissuti che portano i personaggi a scelte di vita particolari,  Aurora D'Evals ci lascia liberi di viaggiare nella mente di una scelta sana, senza costrizione di alcun trauma, aiutandoci anche a comprendere meglio ciò che tanto attrae di questo genere erotico non solo filtrato sulla carta ma anche nella vita reale.  


Una scelta importante e abbastanza ardua da portare a termine perché in questo caso non si tratta soltanto di una storia d'amore ma di far entrare il lettore come partecipe delle emozioni che travolgono Sara in un in cui mondo mai avrebbe creduto di essere coinvolta.
Sara così vuota e priva di emozioni senza quella stilettatura che le trafigge il corpo, così persa senza il suo padrone. Una ragazza viziata nel mondo della beltà, un lavoro perfetto, un fidanzato perfetto, una famiglia perfetta, il sogno di ogni ragazza... o forse no?                                                Quando si smette di provare piacere, anche patlonico, tra coccole e vezzi si va alla ricerca di qualcosa in più. Non si conosce la materia reale dell'istinto che spinge una ragazza nello studio di un tatuatore capace di marchiarla così profondamente come se l'inchiostro penetrasse con le sue radici annientato la sua volontà e conquistandone il dominio totale.                                          Il vero punto focale che sconvolge, non solo la protagonista ma anche il lettore, è la scoperta di Sara di non essere una schiava fine al compiacimento del padrone ma un' entità ben definita che pò scegliere cosa chiedere, cosa spingere a ricere e soprattutto quando il gioco debba finire.
Ginko, Giancarlo, non è il figlio di papà a cui Sara è abituata. Lui vive del suo lavoro, della sua
arte di tatuatore, della sua band e di quegli attraenti giochi riposti nell'armadio che non possono essere visti ma solo meritati. Master al 100% non si lascia sconvolgere da qualche lacrima, lui permette, dona, gratifica e punisce. Incontra la ragazza viziata e zuccherosa  scoprendone la pelle più simile alla sua che a quella delle reginette dell'alta società. Un sogno che si realizza, la slave perfetta che gli si offre senza nessuna remora, unico limitela paura di perderlo. Nel momento peggiore della sua storia, della sua vita, privo di quel potere che lo rende agli occhi di Sara unico riuscirà con le sue forze e le sue inventive da master a riprendersi ciò che è suo di diritto.
Ci sono cose che non riusciremo a capire altre che troveranno una risposta salda ciò che più importa è comprenderne la vera natura. 
“...non mi rendevo conto

che il guinzaglio ha due capi,

e chi lo tiene in mano non è meno prigioniero

di chi lo porta al collo.”
Non ho mai giudicato questo genere erotico antivanilla "malato" ma fino ad ora ho incontrato soltanto libri che pur nella loro rudezza non entravano mai nel particolare che riuscisse a sbloccare la mente e concedere di capire davvero cosa attrae e definisce una persona come schiava sessuale.
Non è solo amore ciò che Sara prova per Ginko ma anche rispetto, orgoglio, venerazione per quell'uomo che le concede o le nega tutto. Alla base di tutto il rapporto c'è la fiducia reciproca, ciò che davvero spaventa è il momento i cui ci si accorge che in questo tipo di rapporto non ci sono porte o maschere dietro cui nascondersi, si rimane nudi fin dentro l'anima donandosi completamente l’uno a l’altra.  
Il potere, che tanto spaventa le vergini del genere, non viene imposto in alcun modo, il vero potere (sconvolgente da scoprire ma vero) lo detiene la/o slave che decide quando i suoi limiti sono raggiunti, chi può essere il master e soprattutto trasformare il guinzaglio in un arma a doppio taglio. Per quanto riguarda il master scopriamo una figura autoritaria e possente che non ha bisogno di umiliare (ovviamente dipende dal carattere del soggetto), una persona che sa dominare ma soprattutto che sa come proteggere il suo slave. Dalle pagine si detiene la veridicità su quanto quest'ultimo punto sia importante, quindi abbiamo davanti un rapporto deciso e scelto da entrambe le parti, senza coercizioni. Una slave si lascia annientare riscoprendo se stessa, lasciando libera la mente dalla paura e dalle insicurezze facendosi guidare dalla mano sicura e spesso imperiosa del padrone.
La resistenza al dolore di Sara è alta e ciò le permette di affrontare giochi e punizioni che spingono i suoi limiti fino a contornare e definire l'esatta figura di se stessa. Nulla oltrepassa quella linea netta al di fuori del suo raggio, il dolore,  l'umiliazione,  la frustrazione ed il piacere raggiungono significati totalmente diversi lasciando nella sua mente un elezione senza vincoli su chi lei sia anche nei momenti più contorti.
Ciò che mi ha fatto letteralmente attorcigliare lo stomaco è la scena degli aghi (forse sarà per la mia non propensione a questi oggetti) ma l'ho trovata necessaria alla storia, necessaria a comprendere ciò che accade in un racconto master/slave. La risposta a molte domande su cosa accade quando un limite, che neanche la protagonista sa di avere, viene inconfondibilmente oltrepassato, credo che questa scena sia stata uno dei punti focali che non potevano mancare nella scoperta di questo mondo.
I personaggi riescono a vivere tramite le parole della protagonista e nessuno di loro viene dimenticato, ognuno ha uno scopo e un momento di azione ben preciso.
Queli che riescono a perseverare nella trama e lasciare un segno indelebile nella vita di Sara e Ginko sono sicuramente Angelica e Cosimo.
Angelica, avvocato e master, mostrerà a Sara molto più del suo schiavetto teso al guinzaglio
ma soprattutto salverà la vita dei protagonisti nel momento peggiore della loro storia.
Quando tutto sembra ormai perso, nel buio dell'incoscienza Sara troverà la guida di una padrona pronta ad indirizzarle la giusta strada da intraprendere.
Il Sweet Thatatos segnerà il loro incontro e un'amicizia inaspettata tra amanti del potere e delle punizioni.



Cosimo, il fidanzato perfetto, nella sua vita comoda e alla moda, senza macchie e pieghe sulla polo inamidata non potrà accettare la fine della sua storia con Sara. Il suo più che amore è una sorta di potere che non sa ancora come esercitare ma nella vita tutto può essere appreso. 
 Nella storia, spesso messo da parte, rimane un'ombra senza importanza fino al momento in cui tuttò ciò che scopre sulla sua vecchia fidanzata Sara gli rivela qualcosa di lui che mai si sarebbe immaginato. Ginko non è l'unico amante del toples e della pelle lucida che lascia scoperto un corpo nella sua perfezione. Aspettatevi molto da questo, possiamo anche dirlo, ex bravo ragazzo.

La narrazione viene avanti come un diario, la protagonista narra del suo passato e proprio come nel turbine dei pensieri spesso ci vengono lasciati stralci di ciò che avverrà, stuzzicando il lettore a spingersi sempre oltre. Alcuni momenti un po ripetitivi ma infondo chi non pensa spesso alle stesse cose?!
Affonda con le mani in quest'arte (chiamiamola pure così) conoscendone tutti i suoi recessi, senza darci tempo per chiudere gli occhi e chiederci se sia un sogno o un incubo. Tutto ciò accade. Tutto ciò vive. Tutto ciò è amato. Come ogni arte va imparata ma soprattutto compresa, assolutamente non praticata da chi non ne conosce i segreti ed i metodi più reconditi.
Consiglierei questo libro? decisamente si (in realtà l'ho già consigliato ;) ) perché ha uno stile semplice e senza inutili fronzoli, un po rude nei momenti che lo pretedono ma sempre senza trascendere nella volgarità, una linea sottilissima che riesce a non oltrepassare il limite pur raccontandoci a 360° l'arte dell'amore tra master e slave.

 Prigionieri di un guinzaglio che li lega indistintamente dai loro ruoli, Sara e Ginko si trovano in un mondo che non può far altro che intrecciare il loro amore. Non c'è violenza fine a se stessa o punizioni col solo intento di provocare dolore, tuttò ciò che da e si riceve senza trascendere i limiti che sfociano nel male. Questo mondo ci viene mostrato come sintomo di un'amore che due persone sentono di vivere in quel modo per propria necessità.

È un mondo che l'autrice ha chiesto di ascoltare, di osservare per comprendere cosa si nasconda tra le lettere BDSM.








L'autrice:
 Scrittrice, sognatrice, riservata. Perché l'erotismo è arte, l'arte è piacere, e il mio piacere è scriverne

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